di Sebastiano Tassinari
Quando lessi che il tema del Tolkien Reading Day di quest’anno sarebbe stato “Natura e Industria”, non fui subito entusiasta, sapendo che una delle manipolazioni ideologiche di Tolkien fosse quella in chiave ambientalista o addirittura ecologista. Leggendo però i brani che la stessa Tolkien Society consiglia per l’occasione e trovandoli davvero ricchi di spunti, mi sono rasserenato ricordando che il fine del Tolkien Reading Day è ogni anno un richiamo alla fonte, alla scrittura stessa di Tolkien che sarà sempre più profonda di qualsiasi interpretazione che voglia condensare il suo messaggio o addirittura travisarlo.
Ecco dunque che mi sono adoperato per arricchire questa traccia e mi sono accorto che questo argomento non è il cuore del messaggio di Tolkien, che sappiamo invece essere un riflesso dell’evangelium come dovrebbe essere ogni fiaba, ma lascia comunque una scia in quasi tutta la sua produzione: questo conflitto tra Natura e Industria si dispiega in tutto il legendarium, nella saggistica di Tolkien e viene esplicitato nel suo epistolario, Questo perché è un conflitto che Tolkien vide durante tutto il corso della sua vita: dalla campagna di Sarehole dove nacquero ricordi determinanti della sua infanzia alle mostruose tecnologie delle due Guerre Mondiali. Ecco che allora ben si comprende perché la Natura e l’Industria pervadano la narrativa tolkieniana già ne La Caduta di Gondolin del 1917 e continueranno a farlo fino al romanzo di Tolkien: Il Signore degli Anelli.
In effetti è nella trilogia che il tema diventa insistente, o così ci sembra anche perché la riduzione cinematografica di Peter Jackson sottolinea molto questo quadro soffermandosi volentieri sulle fucine di Saruman. Nei due primi film sembra proprio la minaccia di Isengard quella più pericolosa per la Compagnia dell’Anello e per le sorti della Terra di Mezzo.
Quello che ci permette però di capire come in Tolkien Natura e Industria non siano da concepire come due opposti di un pensiero manicheo ma entrambi possono avere risvolti non scontati ed anzi complessi, è il collegamento con il centro del pensiero tolkieniano che citavo prima. Nella lettera 131 a Milton Waldman, scritta probabilmente nel 1951, Tolkien parla chiaro: tutta la narrativa della Terra di Mezzo “riguarda soprattutto la Caduta, la Mortalità e la Macchina”. Certo, l’approfondimento su Natura e Industria si collega primariamente alla Macchina, ma non possiamo tralasciare gli altri due pilastri che il Professore ci rivela. Sarà dunque l’obiettivo di questo appuntamento non solo rintracciare nelle opere di Tolkien la presenza di bei paesaggi o di qualche “maladetto, abominoso ordigno”, per dirla con Ariosto, ma anche capire come questa problematica discenda necessariamente anche dalle riflessioni sulla Caduta e la Mortalità.
Nota (di Giuseppe Scattolini): l’appuntamento sarà una puntata della Radio La Voce di Arda al link https://www.spreaker.com/user/simoneclaudiani l’8 aprile alle 21. Apriremo io e Simone Claudiani e poi manderemo in diretta la registrazione di Sebastiano Tassinari con le sue letture sul tema.